Ne "Il Posto" Annie Ernaux ci aveva narrato la vita di suo padre che aveva attraversato il secolo breve senza mai esserne condizionato nella cultura e negli atteggiamenti più profondi essendo le sue abitudini di vita e di relazioni interpersonali, da contadino prima e da piccolo commerciante poi, rimaste quelle di un suo antenato vissuto come lui in Normandia nei secoli precedenti e refrattario, in fondo, a fare sì che gli eventi della storia con la esse maiuscola potessero influenzare e modificare il proprio se'.
Ne "Gli anni" invece la Ernaux racconta la sua vita intercalandola miracolosamente e continuamente con la cronaca che progressivamente diventa storia e condiziona e spiega la sua esistenza.
La resistenza, il dopoguerra, la guerra in Algeria, De Gaulle, il trionfo della società dei consumi, il '68,il femminismo e il trionfo del desiderio, Mitterrand, la fine del comunismo e le delusioni della sinistra, l'11 settembre si intrecciano senza soluzione di continuità con la sua vita e sono alla base molto spesso di un cambiamento di atteggiamenti, pensieri, cultura, rapporti con gli altri, modi di vivere, a dimostrazione che il tempo vissuto, pubblico e privato in perfetta osmosi, diventa la nostra vita.
La sua autobiografia diventa così una " perfetta fusione della voce individuale con il coro della storia" ed è,nel contempo, la dimostrazione di come il racconto della propria vita sia un modo per cercare di capire la storia del mondo e della nostra società.
Carlo Macchitella
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