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Parliamo di Fiction

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Parliamo di Fiction

La fiction tv italiana. Elementi di riflessione - parte 1

Curiosando in rete mi sono trovato a postare la seguente voce di ricerca " le migliori fiction tv italiane" e mi sono così imbattuto in una serie di intriganti classifiche stilate da numerosi blog, riviste specializzate, settimanali popolari o di intrattenimento sulle 50/100 fiction tv più amate nel mondo, sulle 10 /15/20 fiction tv italiane più seguite ed amate dal pubblico.
Classifiche redatte in video o in foto o altre ancora semplicemente per scritto. Classifiche discutibili, parziali, compilate da esperti o campioni non ben definiti (ma non è questo peraltro il paese del campione auditel allegramente svelato con tanto di nomi, cognomi e indirizzo?), influenzate dalla forza della contemporaneità e dalla parallela fragilità del ricordo di tempi passati (per cui si privilegiano ovviamente le serie degli ultimi 15/20 anni).
Ma in tutto questo apparente caos l'elemento che colpisce è che i titoli richiamati siano tendenzialmente sempre gli stessi e con marginali cambi di posizione. Mi sono perciò divertito ad intrecciare queste diverse classifiche per stilare un quadro che con un margine di errore marginale fissa "le 15 fiction più amate e viste". Un quadro solamente indicativo, ma che può apparire utile per alcune riflessioni.

Allora:

1)         Romanzo criminale (Sky)
2)         Gomorra (Sky)
3)         La Piovra (Rai)
4)         Distretto di polizia (mediaset)
5)         Montalbano (Rai)
6)         Don Matteo (Rai)
7)         Camera cafe' (mediaset)
8)         Un medico in famiglia (Rai)
9)         I Cesaroni (mediaset)
11)       Braccialetti rossi (rai)
12)       Coliandro (Rai)
13)       Casa Vianello (Mediaset)
14)       Un posto al sole (Rai)
15 )      Elisa di Rivombrosa ( Mediaset)

Una classifica in cui si segnalano alcune assenze o dolorose, almeno per chi scrive, o strane se non addirittura inspiegabili. Mi riferisco ad esempio ad alcune serie che hanno fatto la storia ( e la cultura non solo tv di questo paese) come nella Rai del tremolante bianco e nero Il commissario Maigret con Gino Cervi, il tenente Sheridan con Ubaldo Lay, i grandi sceneggiati tratti dalla migliore letteratura italiana e no e diretti da grandi registi anche cinematografici ( dal “Mulino del Po” ai “Promessi Sposi”, da “La cittadella” a “Una tragedia americana” dal “Marco Polo” a “L'Odissea”, da “Gianburrasca” a “Pinocchio” a “Nero Wolfe”) senza dimenticare “La famiglia Benvenuti” e “Non se ne vogliono andare” o i musical del Quartetto Cetra o del trio Lopez/Marchesini/Solenghi.
E poi in anni più recenti “Il maresciallo Rocca”, “I ragazzi del muretto”, “I ragazzi della terza c”, “Un cane sciolto”, “Incantesimo”, “Squadra antimafia”, “Commesse” e via dicendo.
Quei 15 titoli però, opinabili come tutte le classifiche o le antologie , stanno a significare qualcosa di importante e su cui varrebbe la pena di riflettere nel momento in cui tutti sembrano , almeno a parole, essere al capezzale della fiction tv italiana grande protagonista in termini di ascolti sui teleschermi della nostra tv generalista, ma praticamente assente sui mercati stranieri e ignorata dai palinsesti dei network europei ,oggetto di critiche serrate sui costi ritenuti eccessivi rispetto agli introiti e considerata da pubblico e critica "obsoleta" a causa di una "narrazione" vecchia e incapace di raccontare L'Italia di oggi. Ma vediamo di analizzare brevemente questa classifica. Allora.

A) Ai primi due posti si trovano, non casualmente, le due fiction, targate Sky, più innovative sia in termini produttivi che narrativi della nostra tv. Due serie non a caso vendute in tutto il mondo, con una scrittura moderna e internazionale, che hanno lanciato attori giovani, introdotto una regia con piglio, qualità e ritmo cinematografico che ha innovato il sonnolento mondo della fiction italiana.

B) la prima serie targata Rai presente in classifica, “La piovra”, al terzo posto, risale agli anni 80, anche essa venduta in tutto il mondo e per quegli anni innovativa e capace non tanto di fotografare l'esistente, ma come avrebbe detto il poeta, " prefigurare l'evento con l'agile speme", con una regia e una scrittura "cinematografica" e priva di quel rassicurante e mieloso buonismo che da sempre caratterizzavano e caratterizzano la fiction di viale Mazzini.

C) Delle altre 5 serie Rai da prime time presenti in classifica giova evidenziare che ben due non sono originali, ma trasposizione italiana di format spagnoli. Mentre la prima serie di “Don Matteo” e “Montalbano” e ' stata in entrambi i casi ideata nel secolo scorso... Discorso a parte infine merita “Coliandro”, serie politicamente scorretta targata Rai 2 ben presto divenuta cult e , forse proprio per questi motivi, la sua produzione venne inspiegabilmente e incredibilmente interrotta ......anche se sembra che a gennaio 2016, sei anni dopo la ultima puntata trasmessa, “Coliandro” torni sempre su Rai 2.

D) Anche nel caso delle tre serie Mediaset da prime time presenti in classifica una è la trasposizione italiana di un format spagnolo, mentre il riconoscimento a “Distretto di Polizia” appare legato al primo tentativo, riuscito, di spettacolarizzare il genere giallo per famiglie con una forte dose di action realistico e con storie particolarmente legate a una realtà quotidiana non necessariamente edulcorata. Mentre il successo di “Elisa di Rivombrosa” si lega alla riscoperta di un genere (il cappa e spada) diverso dal solito giallo e in cui sono presenti forti dosi di durezza, sesso e cattiveria elementi questi anomali x una tv generalista italiana, ma ben accolti dal pubblico.


E) Quattro serie, infine, non da prime time. Una di queste, “Casa Vianello”, appare come il giusto riconoscimento a due grandi attori che hanno "fatto" la tv in tutti i possibili generi (dal varietà allo sport alla fiction). “Un posto al sole”, monumento alla serialità' è invece la dimostrazione di come si possa partire da un format (in questo caso australiano) e con il passare dei lustri si possa arrivare ad un prodotto industriale italiano capace da un lato di creare nuovi attori, sceneggiatori e registi di valore e un indotto produttivo importante e dall'altro una affezione fortissima da parte del pubblico. Mentre per Boris, la serie forse più innovativa in termine di linguaggio creata negli ultimi anni ed oggetto di un vero e proprio culto, vale il discorso contrario a quello fatto per “Un posto al sole”. Come cioè il canale, interrompendolo dopo poche stagioni, abbia perso l'occasione di creare non solo l'abitudine a un prodotto inizialmente di elite allargandone il target, ma abbia anche perduto la possibilità di avviare una scuola di scrittori e registi da sit com da sempre assenti in Italia e che sarebbero stati utili anche per altri generi di produzioni tv.

Carlo Macchitella
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Carlo Macchitella è stato per trent’anni dirigente in Rai, ha ricoperto la carica di Direttore Generale di Rai Cinema e presidente di 01 Distribuzione alla cui ideazione, progettazione ed organizzazione ha partecipato in prima persona, e’ stato inoltre Consigliere di Amministrazione di Cinecittà e dell’Istituto Luce. Dal 2008 svolge attività di produttore indipendente. Tra i film da lui prodotti ricordiamo “La Pecora Nera” di e con Ascanio Celestini, in concorso al Festival di Venezia 2010, “Passione” di e con John Turturro, evento speciale al Festival di Venezia 2010. Ha svolto importante attività di pubblicista e fra i suoi ultimi libri ricordiamo “Nuovo cinema Italia” e “I mille Volti del Sogno”. [Carlo Macchitella] (http://www.madeleinefilm.com/wp-content/uploads/2013/staff/carlo_macchitella.jpg)