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In principio furono gli sceneggiati tv

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In principio furono gli sceneggiati tv

Negli anni lontani della tremolante tv a bianco e nero del monopolio Rai milioni di italiani videro sullo schermo, con cadenza settimanale, grandi storie che venivano dal meglio della letteratura italiana (Manzoni come Bacchelli) o dalla letteratura di consumo anglosassone che trovava nel melò la sua forza (dalla” Cittadella" di Cronin a “Una tragedia americana” di Dreiser) o dalla letteratura gialla di grande tradizione (Nero Wolf come Maigret) o appositamente pensata e scritta per la tv (un esempio per tutti “Il tenente Sheridan”).
Nascono così e si affermano gli attori simbolo di quegli anni: Alberto Lupo, Warner Bentivegna, Anna Maria Guarnieri, Ubaldo Lai e mostri sacri di cinema e teatro come Cervi e Buazzelli ricevono una nuova consacrazione.
Anni lontani, appunto, ma ancora forti, fortissimi nell’immaginario di quelle generazioni che cominciavano a scoprire la tv e la sua forza di intrattenimento.
Anni importanti per la scoperta di un nuovo linguaggio e di nuove regole narrative, con registi capaci di innovare e adattare la forza della tradizione cinematografica al nuovo mezzo (due nomi su tutti Sandro Bolchi e Anton Giulio Majano) .
Ma anche anni in cui si scoprono nuovi moduli produttivi come le coproduzioni internazionali, vere e proprie scommesse finanziarie, creative, organizzative ed attoriali (anche qui due esempi tra tutti L’Odissea di Rossi e Il Marco Polo di Montaldo).
Gli sceneggiati di quegli anni non si avventurano dunque a raccontare i drammi, le inquietudini, i sogni contemporanei, ma seguono la rassicurante strada della letteratura o del giallo d’autore o meno.
Si deve infatti aspettare il ’68 perché sulla prima rete Rai si affacci una storia che parli dell’Italia di quegli anni, della vita di una famiglia alle prese con una quotidianità improvvisamente tumultuosa e confusa (La famiglia Benvenuti).
La famiglia Benvenuti è il prototipo di una fiction impegnata a raccontare un’Italia contemporanea priva di grandi contraddizioni sociali o culturali e vista sempre in una ottica rassicurante e positiva.
Una caratteristica che continuerà ad accompagnare fino ai giorni nostri la fiction tv in particolare di Rai 1 incapace, potremmo dire, di raccontare le fratture della società e le sue violente divisioni e sempre disposta, invece, a ammantarle sotto una ventata di buonismo e di politically correct.


23/11/2015

Carlo

--Fine Prima Parte--
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Abdelghafour

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Carlo Macchitella è stato per trent’anni dirigente in Rai, ha ricoperto la carica di Direttore Generale di Rai Cinema e presidente di 01 Distribuzione alla cui ideazione, progettazione ed organizzazione ha partecipato in prima persona, e’ stato inoltre Consigliere di Amministrazione di Cinecittà e dell’Istituto Luce. Dal 2008 svolge attività di produttore indipendente. Tra i film da lui prodotti ricordiamo “La Pecora Nera” di e con Ascanio Celestini, in concorso al Festival di Venezia 2010, “Passione” di e con John Turturro, evento speciale al Festival di Venezia 2010. Ha svolto importante attività di pubblicista e fra i suoi ultimi libri ricordiamo “Nuovo cinema Italia” e “I mille Volti del Sogno”. [Carlo Macchitella] (http://www.madeleinefilm.com/wp-content/uploads/2013/staff/carlo_macchitella.jpg)